Con la parola cannabis ci riferiamo a un gruppo etnico di tre piante, note come Cannabis sativa , Cannabis indica e Cannabis ruderalis. Man mano che la cannabis diventa legale in più aree del mondo, i suoi nomi per identificare la medesima sostanza si evolvono. Oggi sempre più persone usano il termine latino cannabis per riferirsi alla pianta ed ai suoi prodotti.
Alcuni sostengono che sia un nome più preciso. Altri ritengono che sia più neutro rispetto a termini come erba o marijuana, che alcune persone associano al suo uso illegale. Inoltre, il termine “marijuana” sta cadendo in disgrazia a causa della sua storia a stampo razzista e proibizionista.
La cannabis viene solitamente consumata per i suoi effetti rilassanti e calmanti, quindi per uso principalmente ricreativo. In Italia dal 2007 può essere anche prescritta per aiutare con una serie di condizioni mediche, tra cui dolore cronico, glaucoma e scarso appetito, seppur ancora oggi molti medici lo ignorino. E’ da tenere presente che mentre la cannabis proviene da una pianta ed è considerata naturale, può comunque avere effetti forti, sia positivi che negativi.
Quali sono i componenti della cannabis?
Il fitocomplesso della cannabis è davvero tra i più “complessi” in natura: vi sono presenti centinaia di sostanze che ne caratterizzano in proporzione variabile il profilo aromatico, come terpeni, flavonoidi e cannaflavine, di cui ci occuperemo più approfonditamente in seguito. Ma le molecole più peculiari tra le tante che compongono il fiore della pianta, sono circa 120 componenti noti come cannabinoidi. Gli esperti non sono ancora sicuri di cosa faccia ogni cannabinoide, ma ne conoscono abbastanza bene due, noti come cannabidiolo (CBD) e tetraidrocannabinolo (THC):
- CBD. Questo è un cannabinoide psicoattivo, ma non è inebriante o euforico, il che significa che non fa “sballare”. È spesso usato per aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore. Può anche alleviare nausea, emicrania, convulsioni e ansia. I ricercatori stanno ancora cercando di comprendere appieno l’efficacia dell’uso medico del CBD .
- THC. Questo è il principale composto psicoattivo della cannabis. Il THC è responsabile dello “sballo” che la maggior parte delle persone associa alla cannabis ad uso ricreativo.
Se vuoi avere maggiori dettagli sulla differenza tra cbd e thc, consulta questo articolo.
Puoi trovare prodotti a base di cannabis che contengono solo CBD, THC o una combinazione di entrambi. Ma il fiore essiccato che la maggior parte delle persone associa alla cannabis contiene entrambi i cannabinoidi, anche se alcune varietà possono avere proporzioni ben diverse di uno e dell’altro. La canapa industriale ad esempio contiene grandi quantità di CBD, ma non THC.
Quali sono gli effetti a breve termine della cannabis?
L’uso della cannabis può avere una serie di effetti a breve termine. Alcuni di questi includono:
- rilassamento
- vertigini
- sperimentare gli stimoli circostanti, come immagini e suoni, più intensamente
- aumento dell’appetito
- percezione alterata del tempo e degli eventi
- concentrazione e creatività
Questi effetti sono spesso minimi nei prodotti che contengono livelli molto alti di CBD, rispetto al THC. Ma la cannabis può anche avere alcuni effetti collaterali problematici per alcune persone. Tali effetti possono includere:
- problemi di coordinamento
- tempo di reazione ritardato
- nausea
- letargia
- ansia
- aumento della frequenza cardiaca
- diminuzione della pressione sanguigna
- paranoia
Ancora una volta, questi effetti sono meno comuni nei prodotti che contengono più CBD che THC. Gli effetti a breve termine della cannabis possono anche variare in base al metodo di consumo. Fumando cannabis, se ne percepiscono gli effetti in pochi minuti; se ingerita per via orale, ad esempio in una capsula o in un cibo, potrebbero passare diverse ore prima di sentirne gli effetti.
Inoltre, esistono praticamente infinite varietà (“strain”) di cannabis, e non ce ne sono due con un fitocomplesso esattamente identico.
Quali sono gli effetti a lungo termine della cannabis?
Gli esperti stanno ancora cercando di comprendere appieno gli effetti a lungo termine dell’uso della cannabis. Ci sono molte ricerche contrastanti su questo argomento e molti degli studi esistenti hanno esaminato solo gli effetti su animali. Sono necessari molti più studi a lungo termine sugli esseri umani per comprendere appieno gli effetti duraturi dell’uso di cannabis.
Conclusione
Cannabis è un termine sempre più utilizzato per riferirsi all’erba o alla marijuana. Indipendentemente da come la si chiami, la cannabis ha una serie di effetti a breve e lungo termine, che possono essere sia benefici che dannosi. Se sei curioso di provare la cannabis CBD o per uso medico, considera di parlare in anticipo con un dottore o un farmacista per assicurarti che non interagisca con i farmaci o gli integratori che prendi. Un medico può anche aiutarti a valutare i potenziali benefici e rischi per la tua salute.